LA RIFLESSIONE DELLA SETTIMANA / La Croce segno d’amore

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Risuona ancora la precisa indicazione che Gesù ci ha dato domenica scorsa (“Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo”) ed oggi la liturgia ci invita a rivolgere con decisione il nostro sguardo proprio al mistero della Croce.

Entrambe le chiese della nostra Collaborazione sono dominate da evidenti rappresentazioni della Croce: l’abitudine nel vederla può però farci perdere il suo significato profondo e il messaggio che essa contiene. Per questo, siamo chiamati oggi a fermarci, per guardare alla Croce con occhi attenti. Non può essere solo un segno superficiale “della nostra cultura occidentale” (come a volte è ridotta e strumentalmente difesa).

Forse per molti di noi la Croce richiama solo la sofferenza e il dolore. Ma non è questo il significato evangelico più vero. La Croce non è l’esaltazione fine a sé stessa del dolore, ma è piuttosto l’esaltazione dell’amore di un Dio innamorato dell’uomo e della creazione. Di quell’amore per cui Gesù si è incarnato e che manifesta scegliendo volontariamente di salire sulla Croce “perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” e “perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”.

La nostra vita umana è certamente limitata, segnata dalla fragilità, dal peccato, dal dolore che ci spaventa. Ma Dio infinito è entrato dentro questo nostro mondo finito con Gesù. La Croce è il simbolo più grande della nostra fede, perché ci ricorda che dentro ogni vita, ogni vicenda umana, anche la più limitata, c’è Dio. E dunque, condividendo la vita delle persone che abbiamo accanto, prendendoci cura di chi soffre, restando accanto anche a chi sbaglia, ammettendo anzi i nostri stessi errori, combattendo contro ogni ingiustizia… vediamo Gesù in Croce, e quindi vediamo Dio. Portiamo Dio dentro la vita umana.

La Croce di Gesù è il programma di vita del discepolo: guardando alla Croce, ripensiamo allora a tutti coloro che nel corso della vita si sono sacrificati per noi e ci hanno fatto sentire il loro amore. Guardando alla Croce, vediamo che anche noi, quando amiamo veramente, siamo pronti anche a pagare e a sacrificarci. Impariamo davvero, allora, a prendere ogni giorno la nostra croce per andare dietro a Gesù “obbediente fino alla morte, e a una morte di croce”, vivendo orientati dall’Amore che lui ha incarnato.

Paolo M.

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